E’ stata una stagione travagliata, dove i problemi non sono certo mancati, ma la Campese del presidente Gullì è riuscita a ricucire il gap con le dirette concorrenti alla salvezza, sino a conquistarsi i play-out. Con il Saint-Michel il primo match-point: sotto di due reti, i rossoblù hanno trovato la forza di rimontare, salvo poi capitolare nel finale.
“La fortuna non ci ha assistiti in questa annata – dichiara capitan Fabio D’Agostino ai microfoni di RNP – L’ultimo esempio in ordine di tempo è la semifinale play-out di Palmi, dove siamo siamo andati sotto solo a cinque minuti dalla fine dopo aver recuperato un doppio svantaggio. Se a dicembre qualcuno ci avesse detto che saremmo arrivati a giocarci lo spareggio per non retrocedere, in pochi ci avremmo creduto. L’avvento di mister Falcone, in tal senso, è stata provvidenziale. Non parlo solo dell’aspetto tecnico, ma soprattutto di quello umano. Lui, assieme allo zoccolo duro, ci ha sempre creduto ed è riuscito a trasmetterci maggiore consapevolezza dei nostri mezzi”.
A conferma della bontà del lavoro del tecnico i 23 punti conquistati nel girone di ritorno: la Campese ha cambiato pelle ed anche marcia. “Tanti in questa corsa salvezza si sono tirati fuori, ma altrettanti hanno scelto di salire sulla nave. Penso a Facciolo, giocatore di altre categorie. In questo finale, purtroppo, abbiamo patito anche le assenze per infortunio di Delfino e Barresi, ma i risultati hanno continuato a darci ragione. Il San Ferdinando verrà a vendere cara la pelle, ma io, i miei compagni e la società vogliamo a tutti i costi questa salvezza, per me, più che meritata. In queste gare a fare la differenza sono la voglia e l’attaccamento verso una maglia che indossiamo con orgoglio, come una seconda pelle”.Â
Infine un appello alla gente di Campo Calabro. “So che ci sarà il pubblico delle grandi occasioni, in queste partite il paese ha sempre risposto presente. Abbiamo bisogno di tutti, la Campese non può retrocedere. Stiamo parlando di una piazza che da quarant’anni fa calcio a livello dilettantistico, mica mesi…”
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