Il destino, nel mondo del calcio, non è mai banale. La storia di Domenico Mazzone, rappresenta un esempio di questa legge non scritta. Il papà Mario, scomparso qualche anno fa in un incidente stradale, era soprannominato con un appellativo che si commenta da sé, ovvero “u Bonomu”: indimenticabile piede sinistro del calcio gioiosano, che ha visto fra i suoi protagonisti anche la madre, Eliana Cirillo. Naturale, dunque, che da due genitori così venissero fuori due figli dotati di grande talento: Luciano,classe 2001 in forza all’under 15 della Juventus, e Domenico appunto, che, a differenza del fratello per affermarsi nel mondo del calcio sceglie la via più vicina alla “sua” Gioiosa, la Reggina.
Talento, voglia di diventare grande e umiltà: sono queste le caratteristiche del piccolo Domenico che, nel 2009, all’età di dodici anni, varca il cancello di Casa Sant’Agata, per sei anni casa sua nel vero senso della parola. Poco più di un lustro insomma, durante il quale il bambino diventa prima ragazzo e poi uomo. Il piccolo talentino della ionica cresce sempre di più, fino a diventare un vero e proprio giocatore professionista , sempre con il ricordo delle punizioni di papà Mario.
Che sicuramente sarebbe stato fiero e gonfio d’orgoglio la notte di quel 6 gennaio 2015, quando il suo primogenito esordì nel calcio professionistico con la maglia amaranto, giocando dal primo minuto la sfida con il Martina Franca. La Reggina attraversa una delle fasi più buie della sua storia sia a livello sportivo che societario, ma Domenico e la sua fame, unita a quella di tanti altri ragazzini terribili ‘Made in Sant’Agata” in campo in quella sera dell’Epifania, riescono ad accendere la luce, e la Befana amaranto quella notte porta in dote una vittoria pesantissima, interrompendo una serie di sette sconfitte consecutive, arrivate senza segnare uno straccio di gol.
“Piazzato davanti alla difesa, sfodera una prova assolutamente monumentale. Un ragazzino con la testa da veterano”: questa la sua pagella di RNP quella notte, 7.5 il suo voto. Il migliore fra quei giovanotti vestiti d’amaranto e d’amore verso la maglia, effigie da difendere e salvare ad ogni costo. Salvezza che poi, a fine anno, viene ottenuta nel modo più dolce, soprattutto per chi, come Mazzone, della Reggina ne ha fatto una scelta di vita.
Una vita che, inesorabilmente, cambia il 16 luglio del 2015, a distanza di 46 giorni da quella permanenza conquistata sul prato del San Filippo di Messina: la Reggina Calcio manca l’iscrizione alla Lega Pro, Domenico e tutti i giocatori amaranto restano senza una squadra. La carriera del ragazzo, ovviamente, è destinata a non fermarsi: su di lui piomba il Pescara, che non si fa sfuggire il talentuoso e duttile mediano. Una stagione da protagonista con la Primavera del club bianco azzurro, per lui a fine stagione sono trentotto le presenze condite da una rete.
Il Delfino, la cui prima squadra allenata da Oddo è stata promossa in Serie A, decide che il ragazzo non sia ancora pronto all’impatto con l’Olimpo del calcio. Per Domenico dunque, si profila l’ipotesi di mettere minuti nelle gambe. Il giocatore capisce subito le intenzioni del suo club e sembra in dirittura d’arrivo, a fine luglio, la trattativa per il prestito con il Pineto, club abruzzese neopromosso in Serie D. La stessa categoria che, in quei giorni, la Reggina sta provando a lasciarsi alle spalle tramite il ripescaggio nell’ultimo gradino del “teatro professionistico”. Di lì a qualche giorno le strade di Domenico e quelle della squadra dello Stretto cambiano rotta: gli amaranto ottengono la tanto attesa Lega Pro, e contestualmente la trattativa che dovrebbe portare il ragazzo al Pineto naufraga.
Sembra un caso, ma forse non lo è: il dg Gabriele Martino inizia a muoversi sul mercato in maniera massiccia, al fine di costruire una squadra capace di mantenere la categoria, mentre Domenico si trova a dover pensare ad una nuova destinazione che gli consenta di giocare e crescere con continuità. Il percorso naturale è tracciato, perché il primo amore non si scorda mai: l’idea di un ritorno a Reggio diviene ben presto unica via nella testa del giocatore, tale volontà viene subito condivisa dalla società amaranto, la quale, peraltro, aveva provato a prendere il calciatore dodici mesi prima.
Così, i percorsi della Reggina e di Domenico, bambino promettente di Gioiosa Jonica divenuto ormai uomo, si riallacciano. E chissà che Domenico Mazzone non rivesta l’amaranto proprio contro il Messina, nell’appuntamento più atteso dell’anno. Già, il destino nel calcio è fondamentale, proprio come nella vita. Sicuramente il destino di Domenico è colorato di amaranto, sicuramente da lassù il talento di Gioiosa avrà un tifoso speciale…
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