Parola di capitano. Gianni Lavrendi analizza la stagione del Reggio Calabria, e fa il punto della situazione anche per quanto riguarda i prossimi scenari. Prima di parlare di presente e futuro, l’attenzione si è spostata sul premio “Calciatore Amaranto dell’anno” ideato da ReggioNelPallone, che stasera chiuderà i battenti: al momento il centrocampista è secondo, dietro Mattia Licastro.
“Ho  seguito il vostro sondaggio settimanalmente, al di là di come finirà stasera vorrei rivolgere un pensiero alle tantissime persone che mi hanno permesso di presentarmi alla fase finale da primo in classifica. Grazie a tutti per l’affetto e per la stima, spero di averla ripagata attraverso le prestazioni“.
Il cammino del capitano nel corso del campionato, rispecchia quello dell’intera squadra. “All’inizio abbiamo avuto tutti quanti delle difficoltà - prosegue- le nostre qualità non riuscivano ad emergere. Il vero problema risiedeva nel ritardo con cui siamo partiti. Ci vuole sempre un pò di tempo per affinare gli automatismi e trovare la giusta intesa, ed invece questa squadra, nelle battute iniziali, si è ritrovata con dei giocatori che scendevano in campo dopo essere arrivati a Reggio soltanto il giorno prima. Abbiamo dovuto fare i conti con un inizio deludente, nelle prime sei trasferte non abbiamo racimolato neanche un punto e la classifica ci vedeva addirittura in zona retrocessione. Proprio alla luce delle difficoltà incontrate, devo dire che siamo stati davvero bravi a restare uniti, risalendo la china mese dopo mese, fino al raggiungimento dei playoff“.
Nonostante la ‘corsa ad handicap’ abbia tolto qualche possibilità in più al Reggio Calabria, secondo Lavrendi i verdetti sanciti dal girone I sono stati veritieri. “Credo che il Siracusa abbia meritato di vincere il campionato, così come la Cavese i playoff. Resto del parere che quando arrivi davanti a tutti, è perchè hai avuto qualcosa in più dal punto di vista della qualità “.
Nel bilancio di fine campionato, il ringraziamento al dodicesimo uomo in campo. “Abbiamo dei tifosi assolutamente  unici, non potete neanche immaginare la carica che ci hanno dato. I nostri sostenitori meritano il calcio professionistico, su questo non c’è il minimo dubbio. Li ringrazio tutti quanti, per il tifo spettacolare con cui ci sono stati vicino non solo a Reggio, ma anche in tutte le trasferte. Questa squadra e questa società vanno già considerate come la Reggina, in quanto rappresentano la città nel mondo del calcio, ma spero che possiamo prendere presto anche il nome, per dare una gioia alla tifoseria. Nome Reggina e Lega Pro? Magari arrivassero tutte e due le cose insieme, sarebbe stupendo“.
Con la fascia da capitano al braccio, rivedremo ancora Gianni Lavrendi? Il diretto interessato sgombra il campo da ogni dubbio. “Ho letto e sentito di un interessamento della Palmese nei miei confronti, ma credo che queste voci siano relative solamente all’ottimo rapporto che mi lega da anni al direttore Carmelo Rappoccio (attuale dg della Palmese, ndr). Non ho ricevuto nessuna proposta, ma anche se la dovessi ricevere, la mia unica priorità si chiama Reggina. Tengo tantissimo a questi colori, dipendesse da me resterei per tanti altri anni a Reggio, indipendentemente dalla categoria. Se saremo ancora in serie D, sono certo che partendo per tempo a questo gruppo basterebbe solo qualche innesto per vincere il campionato“.
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