PALMI – Risollevarsi è quel che cerca la Palmese con la classifica che si fa scricchiolante. Mister Salerno a caccia di nuove soluzioni: formule magiche non ve ne sono, però al “Giovanni Morra” di Vallo della Lucania contro la Gelbison ci si deve aggrappare per forza a quei giocatori che hanno nelle corde la possibilità di far compiere un salto in avanti.
Di seguito, l’intervista rilasciata dal tecnico alla vigilia del delicato match di domani.
Mister, c’è un modo per rialzarsi dopo le ultime prestazioni che hanno portato alla Palmese soltanto tre punti nelle ultime sei partite?
“Con il lavoro e l’impegno di tutti. La squadra ha bisogno di giocare senza condizionamenti esterni. Bisogna restare uniti, e la Palmese lo è”.
Come si spiega la vostra altalena di risultati?
“ Ce lo siamo chiesti anche noi, se lo sapessi avremmo risolto un pò di problemi. Ci sono state gare complicate e sfortunate. Così è il calcio, non sempre il risultato rispecchia quanto si fa in campo, vedi Reggio Calabria e Rende in Coppa italia. E’ un momento difficile ma vogliamo superarlo con la forza di volontà e la convinzione”.
Cosa le manca a livello personale?
“Non lo so, sono consapevole che sto facendo bene. Non mi tiro indietro e ci metto tutto me stesso. Quando le cose non vanno è un insieme di fattori, dagli aspetti psicologici a quelli fisici”.
Quale dote della Palmese ancora non si è vista?
“Lo si è visto in più occasioni di cosa siamo capaci perché le qualità ci sono”.
Una vittoria con la Gelbison vi farebbe voltare pagina?
“Si, è quello che ci vuole. Speriamo di riuscirci in tutti i modi. I miei ragazzi daranno il massimo come hanno sempre fatto”.
“Anche nelle difficoltà ci sentiamo sostenuti”.
La squadra è partita in pullman alla volta di Vallo della Lucania alle 14,00. Questa volta lo ha fatto dal “Lopresti” (cosa che non si vedeva da qualche settimana perché il ritrovo era stato spostato al “San Giorgio”), nel piazzale davanti allo stadio dei palmesi che aspettano la sua riapertura in attesa che i lavori di restyling siano completati.
Sigfrido Parrello
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