Era diventato un “must” sulla sponda siciliana dello Stretto. Il Messina con il successo sulla Salernitana si era assicurato la possibilità di poter “scegliere” il proprio avversario ai playout: scherzo del calendario, all’ultima giornata i siciliani avrebbero fatto visita al Savoia che lottava con la Reggina per guadagnare l’accesso agli spareggi salvezza. I siciliani si presentano al Giraud di Torre Annunziata consapevoli che una loro sconfitta avrebbe reso vana l’eventuale vittoria amaranto a Martina. Copione previsto e da qualcuno auspicato che, puntualmente, diventa realtà .
Ma se non abbiamo motivo (?) di credere che la squadra di Di Costanzo non abbia profuso il massimo impegno malgrado la sconfitta è stato chiaro il desiderio della tifoseria giallorossa, espresso inequivocabilmente durante la settimana che ha preceduto l’incontro.
Tralasciando chi postava ironicamente lo spezzone del leggendario “L’allenatore nel pallone” che vedeva il presidente della Longobarda affermare al suo tecnico, uno sbigottito Lino Banfi, in vista del prossimo incontro, “perdere e perderemo”, o gli acri commenti in cui – per usare un eufemismo – si consigliava alla squadra di non tornare a Messina con dei punti dal Giraud, l’hashtag #PerdereATorreAnnunziata era dappertutto.
Nei commenti degli appassionati siciliani, sulle pagine dedicate a Corona e compagni, perfino nei commenti dei tifosi ai post rilasciati dal club sulla propria pagina ufficiale di Facebook. La frequenza si intensificava con l’avvicinarsi dell’incontro.
Uno slogan, un motto, una litania che trovò soddisfazione nel risultato del Giraud. Il Messina, effettivamente, perde a Torre Annunziata: nessun rischio derby ai playout, la Reggina scivola in D.
Poi, però, arriva la sentenza della giustizia sportiva. Il desiderio di vedere la Reggina tra i dilettanti non è ancora compiuto. Undici giorni dopo, insomma, si scopre che #PerdereATorreAnnunziata non è servito a niente…
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