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La ricetta per vincere di mister Salerno: “Unione del gruppo, qualità dei singoli e mentalità vincente”

La ricetta per vincere di mister Salerno: “Unione del gruppo, qualità dei singoli e mentalità vincente”
Dilettanti
05/03/2015 10:00 | A cura di Domenico Geria
L'allenatore della Palmese parla delle qualità del suo gruppo, delle avversarie affrontate in campionato e del futuro in categorie superiori

Una corazzata ha solcato i mari dell’Eccellenza in questi mesi: con la bandiera neroverde issata sul pennone e il nome “Palmese” stampato sul fianco, ha fatto razzia di tesori in qualunque porto attraccasse. Al suo comando l’ammiraglio Pino Carbone, che con saggezza ha lasciato il timone in mano a Rosario Salerno, capace di guidare la corazzata anche attraverso le rarissime burrasche affrontate da settembre in poi.

Rosario Salerno, il timoniere della corazzata, l’uomo “in più” in grado di gestire magnificamente un gruppo di grande qualità. Intervistato telefonicamente, mister Salerno ci ha parlato della stagione esaltante della sua Palmese, delle antagoniste affrontate lungo il cammino, del passato da calciatore e del futuro, suo e della società pianigiana.

La nascita del progetto la scorsa estate, la creazione di una squadra forte ma anche unita e il rapporto di rispetto e sincerità tra allenatore e calciatore: “Quando la scorsa estate ci incontrammo con il Presidente Carbone- esordisce il tecnico ai microfoni di Reggionelpallone– stilammo un programma, che prevedeva come obiettivo minimo l’accesso ai playoff. Il mercato poi, ci ha donato una serie elementi di qualità, ultimo tra questi Francesco Piemontese, e con lui in squadra non potevamo più nascondere le nostre ambizioni di primato. Mi è stata messa a disposizione una squadra straordinaria, completa in ogni reparto: conoscevo alcuni dei ragazzi per averli avuti con me a Sambiase, mentre altri li ho conosciuti durante il ritiro. Avevo comunque già chiara la certezza di trovarmi con un gruppo formidabile, la squadra più forte di tutto il campionato. L’abbondanza mi porta ogni domenica a compiere delle scelte; è ovvio che un calciatore che deve sedersi in panchina o in tribuna non è contento. Quello che per me conta è dare una motivazione al calciatore per la scelta che ho fatto; così facendo penso di riuscire a creare un legame fatto di rispetto con il calciatore, che saprà il perché della sua esclusione. La schiettezza sta alla base di tutto, e non dimentichiamo che se il calciatore conosce il progetto della squadra e ne è partecipe, accetta con maggiore serenità la mia scelta.”

Un campionato vinto in scioltezza, le avversarie che hanno deluso e le sorprese, ma anche i momenti chiave della stagione e le motivazioni per continuare a vincere, nonostante l’obiettivo già raggiunto: “Noi siamo stati bravi-prosegue Salerno-  a dare sempre il massimo; sapevamo di avere alle spalle una Vibonese forte quanto noi e pronta ad approfittare di un nostro passo falso per accorciare le distanze. Venivano da un ripescaggio mancato, dopo diversi anni giocati ad alti livelli: il blasone della Vibonese ci ha spinto a mettere sempre il massimo impegno per sbagliare il meno possibile. Il loro rendimento altalenante è stato causato dalle troppe mancate vittorie in casa: in campionati come questi è sul proprio campo che ci si costruisce il cammino, e il distacco che hanno accumulato da noi è nato soprattutto dai loro errori interni. Inizialmente avevo trovato in Vibonese e Gallico Catona le avversarie più pericolose per il nostro cammino: la prima per la grande qualità dell’organico, l’altra perché giocava un bel calcio, e confermando gran parte della squadra dell’anno precedente, ci avrebbero dato del filo da torcere. L’Isola Capo Rizzuto è stata una sorpresa almeno all’inizio, ma dopo aver battuto noi alla sesta giornata hanno capito di avere il potenziale per poter lottare per i playoff; gli elementi che sono andati a rafforzare il loro organico durante la stagione ne hanno aumentato la qualità, così che adesso non si può più parlare di sorpresa ma di una vera e propria realtà. La sconfitta che abbiamo subito in casa loro è stata fondamentale per noi: ci ha fatto calare nella giusta mentalità, aumentando l’unione del gruppo e la nostra voglia di vincere. Quando il nostro distacco dalla seconda ha raggiunto cifre importanti, non è stato facile mantenere alta la tensione del gruppo. Il lavoro che svolgevamo in settimana è stato determinante, perché durante l’allenamento si parlava, ci si concentrava e si fissava un obiettivo unico per tutta la squadra, che era quello di vincere ancora. Infondere in una squadra la mentalità vincente è fondamentale per raggiungere risultati importanti. Fin da inizio stagione, nonostante qualche problema fisico accusato da alcuni ragazzi, come il grave infortunio di Angotti, sono sempre stato ottimista sull’esito della stagione: non ho mai smesso per un solo istante di credere che avremmo vinto il campionato, e dopo aver espugnato Scalea ne ho avuta la certezza, in quanto ci eravamo imposti con autorevolezza su un campo difficile, contro una squadra in forma e senza alcuni elementi cardine come Piemontese. La qualità dei singoli è stata importante, ma senza la coesione del gruppo non si arriva da nessuna parte. A Palmi invece abbiamo creato un gruppo unito, in cui i ragazzi si rispettano e si vogliono bene; la forza della Palmese è tutta racchiusa nell’affetto collettivo in cui vive la squadra. Certo adesso che abbiamo vinto il campionato la tensione dei ragazzi andrà a diminuire, ma per il rispetto delle avversarie e la regolarità del torneo è nostro dovere continuare a giocare con il massimo impegno fino alla fine; il mio compito a questo punto sarà quello di trovare i giusti stimoli per i ragazzi, riuscire a punzecchiarli per non fargli abbassare il ritmo; magari la possibilità che abbiamo di stabilire il record di punti potrebbe essere una motivazione per spronarli. Piemontese avrà già la sua motivazione, con il titolo di capocannoniere da difendere. Il suo arrivo la scorsa estate è stata la ciliegina sulla torta, anche se è ovvio che i venti gol che ha segnato sono frutto anche del lavoro dei compagni, che si sono messi a sua disposizione, sapendo che uno come lui poteva trovare il colpo risolutivo per farci vincere le partite. A mio parere è un attaccante che potrebbe fare benissimo anche in Lega Pro.”

Un piccolo tuffo nel passato, nei ricordi di un Salerno calciatore, e uno sguardo al futuro, in cui ancora nulla è scritto: “Sono tanti i ricordi splendidi che ho da calciatore. Tra questi ci sono certamente i campionati di serie D vinti con l’Adelaide Nicastro e con il Matera; ho vissuto importanti e splendidi anni anche al Sambiase, di cui conservo un bel ricordo. Non potrò mai dimenticare l’atmosfera che si viveva al Messina, in uno stadio Celeste spettacolare e in un ambiente in cui si respirava il professionismo, anche se la squadra era in serie D. Ho sempre avuto l’abitudine di dialogare molto in campo con i compagni, ero quello che viene definito ‘allenatore in campo’. Credo che fosse nella mia natura dare indicazioni alla squadra, essere partecipe di tutto quello che avveniva in campo e dare sempre la carica ai ragazzi. Praticamente è quello che continuo a fare anche ora, incoraggiando di continuo la squadra e incitandola a non mollare mai. Potrei dire che nel mio modo di allenare mi ispiri un po’ ad Antonio Conte, un tecnico che stimo molto, che cura ogni singolo dettaglio di ogni sfida ed ha una mentalità vincente, proprio come piace a me. Mi piacerebbe molto continuare il mio cammino qui a Palmi, con il Presidente ne abbiamo già discusso; i progetti futuri dipendono molto anche dall’impegno delle istituzioni, che possano garantire un futuro sereno alla Palmese ed una programmazione certa. Sicuramente non mi dispiacerebbe ricevere una chiamata da un club di Lega Pro, credo che sia arrivato il momento di mettermi in gioco e dimostrare ciò che valgo anche in categorie superiori. Ma sarebbe una soddisfazione maggiore arrivarci non con una chiamata ma con le mie sole forze: sentirei di essermelo davvero meritato, e chissà che magari questo obiettivo non si possa raggiungere al più presto con la Palmese. Rispetto alle altre squadre che affronteremo nel prossimo torneo di serie D, abbiamo il grande vantaggio di avere una squadra già completa e competitiva, che per il livello attuale non altissimo del campionato superiore, potrebbe ambire ad arrivare tra le prime cinque; in più abbiamo molto tempo per preparare al meglio la prossima stagione, cominciando già da ora a pianificare i passi da percorrere.”

Chiusura con un pensiero sulle squadre calabresi di Lega Pro: “Sono uno sportivo e sono calabrese, vado oltre le rivalità che esistono tra le varie tifoserie e dico con estrema sincerità che vedere la Reggina nella situazione attuale mi fa male. Squadre come la Reggina e il Catanzaro, che hanno dato grandi gioie agli sportivi calabresi, meritano ben altri campionati. Mi auguro che nessuna delle quattro calabresi retroceda in serie D, per il bene del calcio della nostra regione.”

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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