Sette punti in sette giorni: sembra il titolo di un film, è quanto accaduto alla Reggina che, dopo la vittoria sul Lecce, ha fatto il bis nelle aule dei tribunali della giustizia sportiva. Un doppio successo che ha ribaltato le prospettive stagionali. All’insolito breakfast-match (fischio d’inizio alle ore 11, cliché da campionati giovanili…)arriva una Reggina rinnovata non solo dagli 8 acquisti completati nella sessione invernale ma anche, e soprattutto, rinfrancata nello spirito da una rincorsa salvezza finalmente possibile. Di fronte, il Barletta, padrone di un ruolino impressionante.
I NUMERI –  Imbattuti da novembre (in casa sconfitti solo una volta ad ottobre) gli uomini di mister Sesia sono in serie positiva da nove turni e nelle ultime 12 partite ne hanno persa solo una, pareggiate cinque e vinte ben sei, stendendo corazzate quali Foggia e Salernitana. Uno score da autentico martello, l’avversario più in forma dell’intera Lega Pro. Non recupera Balistreri, dall’inizio gioca Louzada. In campo anche Benedetti e Zibert per Ungaro e Mazzone rispetto alla formazione che ha ribaltato il Lecce.
BRUSCO RISVEGLIO – L’atteggiamento della Reggina è chiaro: squadra dietro la linea del pallone con Louzada in pressing sul play avversario, ma la sveglia per gli amaranto suona in ritardo. Nei primi 15 di gioco il Barletta è padrone del campo e sfiora il gol con Fall, poi una giocata di Masini che libera il sinistro di Benedetti (di poco largo) allontana il torpore che sembrava rallentare la squadra dello Stretto.
RISCOSSA AMARANTO – La crescita è esponenziale, Zibert alza la diga davanti alla difesa, il rinato Masini fa respirare la squadra e guida una Reggina ordinata che inizia a pungere. La manovra non è mai improvvisata, un’azione corale rifinita da Armellino libera Maimone che di testa dal cuore dell’area mette alto. Si dispera, il centrocampista siciliano. Avrà presto l’occasione per redimersi: punizione avvelenata di Benedetti, difesa pugliese sorpresa e comodo tap-in del match winner della gara con il Lecce che manda la Reggina al riposo in vantaggio.
TREMENDO “UNO-DUE” – Si riparte ed il copione si ripete, la Reggina resta negli spogliatoi ed il Barletta pianta le tende nella metà campo avversaria proprio come nei 15′ iniziali della prima frazione. Questa volta, però, l’avvio sonnolento è fatale. Cortellini spara un missile alle spalle di Belardi, fa altrettanto Radi su punizione pochi istanti dopo. Risultato ribaltato con l’ulteriore aggravante che intanto Alberti aveva alzato le barricate rilevando Gallozzi con Ungaro ed il conseguente passaggio al 5-3-2.
FINALMENTE VIOLA – Assetto tattico inutile alla luce della nuova situazione di punteggio. La Reggina adotta il 3-4-3, Alberti pesca Balistreri e Viola dalla panchina, fuori Louzada (non pervenuto) ed Armellino. L’attaccante di Taurianova si improvvisa Re Mida e trasforma in oro (gol) il primo pallone toccato. Volée mancina su cross ribattuto dalla difesa e pallone sbattuto in fondo al sacco con la rabbia di un talento che vuole ritrovarsi.
EMOZIONI FINALI – Un palpitante quarto d’ora di gioco all’orizzonte. Alberti chiede a Masini di sacrificarsi in copertura, addirittura da interno destro di centrocampo, pronto ad opporsi alle avanzate del terzino avversario a protezione di un pari pesantissimo. Un contropiede seguito ad un corner trova la Reggina scoperta ed è necessario uno strepitoso intervento di Ungaro su Ingretolli pronto a battere in rete. Gli amaranto sfiorano il colpaccio con un colpo di testa di Viola sul quale il portiere del Barletta è super. Cinque giri d’orologio nel recupero per certificare un pari vibrante, meritato.
Passa in vantaggio, viene ribaltata e trova la forza per rialzarsi, mai doma: il 2015 ha conosciuto una Reggina nuova, il pari di Barletta certifica che l’inguardabile squadra vuota che ha disonorato la maglia nello scorso anno non esiste più. La Lega Pro dovrà far i conti anche con l’undici dello Stretto: iscrizione alla corsa salvezza completata.
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