Il cuore oltre l’ostacolo. Una Reggina da standing ovation batte anche il Frosinone, nonostante l’inferiorità numerica durata tutta la ripresa. Avevano finito col complicarsi la vita da soli i “ragazzotti terribili”, ma anche stasera si è vista una squadra irriducibile, tornata a splendere proprio come ad inizio campionato.
ALL’ARREMBAGGIO- La Reggina annichilisce il Frosinone con una partenza che più lanciata non si può. Il centrocampo amaranto è una bomba ad orologeria, che manda in frantumi i dispositivi ciociari: De Rose è ovunque, Tedesco sembra giochi col goniometro e Colombo sulla destra fa il bello ed il cattivo tempo. La prima emozione all’11, quando la difesa ospite si salva per un soffio sulla combinazione in velocità Bonazzoli-Viola. Tre minuti dopo gli amaranto passano, grazie ad una splendida azione corale: De Rose vede il taglio di Colombo e lo serve alla perfezione, l’esterno invita all’uscita Frison e a sua volta tocca all’indietro per Viola: tocco di precisione, palla in rete. La furia reggina si placa per un po’, consentendo ai laziali di mettere il maso fuori dalla propria metà campo: reattivo Puggioni, nel fermare in uscita il lanciatissimo Musacci. Al 33’, ricomincia il “luna park” locale, e sul sontuoso cambio di gioco di Viola, Frison deve fare gli straordinari per stoppare Rizzato.
DI RIGORE- Al 36’, i ragazzi di Atzori hanno il più grande dei match ball. L’incontenibile De Rose va giù dopo l’ennesimo blitz in area avversaria, e Velotto indica la massima punizione. Dagli undici metri si presenta Bonazzoli, che dopo i centri con Piacenza e Padova non riesce a concedere il tris: Frison respinge. Il capitano potrebbe rifarsi, se non fosse per il nuovo riflesso di Frison, che al 39’ prima si incarta sul tiro di Viola, ma poi respinge da due passi il tiro del bomber di Asola. Graziato a più riprese, l’undici di Campilongo si sveglia inaspettatamente. Stellone colpisce una clamorosa traversa al 40’, ma in pieno recupero Cariello trasforma il penalty concesso dopo il contatto tra Giosa e Masucci, rendendo vano il tuffo a sinistra di Puggioni, che aveva intuito. Nell’occasione la Reggina resta anche in 10, in quanto Giosa si becca il rosso per fallo da ultimo uomo.
BONA-GOL- Atzori nella ripresa è costretto a ridisegnare subito l’assetto dei suoi: fuori Viola, dentro Barillà. L’impatto di quest’ultimo è buono, come dimostra il tiro-cross dopo 1 solo minuto, ribattuto coi piedi da Frison. A dispetto dell’inferiorità, gli amaranto del pareggio non sanno che farsene, e pur correndo qualche rischio (vedi nuova inzuccata di Stellone al 7’, di poco alta), continuano a premere. Il giusto premio a cotanto coraggio arriva al 17’: sugli sviluppi di un corner Frison fa disperare il Granillo respingendo il tape in da due passi di Bonazzoli, ma la palla torna sui piedi dello stesso attaccante, che scaraventa di rabbia in fondo al sacco. I canarini dal canto loro, oltre a recitare il mea culpa possono imprecare contro la Dea bendata, dato che al 27’ colpiscono la seconda traversa della serata, stavolta con Cesaretti.
A DENTI STRETTI- Il finale regala altri sussulti. Da un lato Bonazzoli si conferma croce e delizia, calciando incredibilmente alto a porta spalancata, dopo che Frison non era riuscito a trattenere la perfida punizione di Acerbi. Dall’altro, i ciociari protestano a lungo con il direttore di gara, chiedendo inutilmente il terzo rigore del match. I titoli di coda, scorrono quasi interminabili negli ultimi 5 minuti di recupero, allo scadere dei quali la splendida Reggina di stasera può nuovamente alzare le braccia al cielo.
Ferdinando Ielasi-regionelpallone.it
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